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This Is Going To Hurt - Medical Drama (2022)
Quando la Vita in Ospedale è una Tragicommedia.
Se sei un amante delle serie TV come me, saprai che la combinazione di dramma e commedia è una miscela perfetta. "This Is Going to Hurt" riesce a catturare proprio questa magia, portandoci dietro le quinte di un ospedale pubblico con un'ironia graffiante e un realismo crudo che non lascia spazio a mezze misure.
Dalla mente di Adam Kay, (protagonista e autore del libro da cui è tratto lo show), ogni episodio ci trascina tra i corridoi di un normalissimo ospedale, dove lavorano persone tutt'altro che ordinarie.
Benvenuti nel Caos della Ginecologi
La serie ci introduce immediatamente nel reparto di ginecologia, dove ogni giorno è una nuova sfida e niente è mai prevedibile.
Adam Kay, il nostro protagonista (interpretato da un brillante Ben Whishaw), ci guida attraverso un mondo fatto di urgenze mediche, decisioni difficili e momenti di esilarante assurdità. E non è solo una questione di partorire bambini, ma di gestire l'inimmaginabile con un sorriso (o almeno provarci).
Non è il mondo di Grey’s Anatomy, non ci sono mille specializzandi pronti a battersi per avere il prossimo caso. Qui sembra esserci solo Adam.
La Realtà Dietro il Camice
Se pensi che lavorare in un ospedale sia tutto camici bianchi e stetoscopi, ripensaci. "This Is Going to Hurt" ci mostra la dura verità: turni infiniti, pressione costante e l'inevitabile sensazione di dover fare sempre di più con sempre meno. Adam non è solo un medico, ma un funambolo che cerca di bilanciare vita personale e professionale su un filo sottilissimo.
Nessun filtro rosa e nessuna licenza poetica: semplicemente la realtà di un ospedale pubblico inglese.
Specializzandi: Tra Fuoco e Fiamme
Ah, i poveri specializzandi. La serie non risparmia nessuno, tantomeno i medici in formazione che si trovano gettati nel fuoco del reparto di ginecologia. Ogni errore, ogni esitazione può avere conseguenze devastanti, ma la serie ci ricorda anche che l'umanità e l'empatia sono fondamentali tanto quanto la competenza.
Shruti, la co-protagonista (interpretata dalla intensa Ambika Mod) è l’unica a dare il cambio ad Adam. La giovane specializzanda cerca di giostrarsi tra i suoi studi, il carattere tagliente del suo responsabile e le difficoltà del suo nuovo lavoro.
Infermiere: Gli Eroi Silenziosi
Non possiamo dimenticare le infermiere, i veri pilastri del reparto. Con un mix di professionalità e calore umano, affrontano situazioni impossibili con una resistenza incredibile. La loro interazione con i medici e i pazienti aggiunge un ulteriore strato di profondità alla narrazione, rendendo la serie ancora più coinvolgente.
Ironia e Dramma: Un Equilibrio Perfetto
Il vero colpo di genio di "This Is Going to Hurt" è l'equilibrio tra momenti di puro dramma e lampi di ironia tagliente. Le battute sarcastiche di Adam, i momenti di imbarazzo e le situazioni assurde strappano sorrisi anche nei momenti più bui. È questo mix che rende la serie così avvincente: riesce a farci ridere e riflettere allo stesso tempo.
Il Coraggio di Mostrare Tutto
"This Is Going to Hurt" non ha paura di mostrare la cruda realtà della vita in ospedale. Le difficoltà, le ingiustizie e i sacrifici sono tutti lì, in bella vista. Ma è proprio questa onestà che la rende una visione imprescindibile. La serie ci ricorda che dietro ogni camice c'è una persona con le sue vulnerabilità e i suoi sogni.
Conclusione: Un Viaggio Indimenticabile
Se non hai ancora visto "This Is Going to Hurt", preparati per un viaggio indimenticabile. Questa miniserie è un tuffo nel cuore della medicina pubblica, visto attraverso gli occhi di chi ci lavora ogni giorno. Con il suo mix perfetto di ironia e dramma, ti farà ridere, piangere e riflettere. E, soprattutto, ti farà apprezzare ancora di più il lavoro incredibile di medici, specializzandi e infermiere.
L'intensità delle vicende mostrate mi hanno colpita talmente in profondità che ogni puntata sembrava un documentario o un servizio del telegiornale. L'equilibrio tra sarcasmo e verità taglienti rendono questa serie televisiva una perla. I due attori protagonisti, inoltre, riescono ad ipnotizzare gli spettatori. Non vi sorprenderà sapere che ho pianto la metà delle puntate.
Quindi non perdere tempo. Accendi la TV, mettiti comodo e preparati a entrare nel caotico e affascinante mondo di "This Is Going to Hurt". Non te ne pentirai!
Per altri articoli sulle ultime serie TV che mi hanno fatto emozionare, clicca qui!
Stay Tuned! EasyTears
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New Fiction Podcasts - 7th November
DIARI DA UN ESORCISMO Audio Drama Diari da un esorcismo si ispira ad autentici diari compilati dal direttore del reparto psichiatrico di un importante ospedale dell’Italia del Nord a metà degli anni Settanta. Quei fogli ripercorrono i misteriosi eventi che si manifestarono nel reparto quando una paziente, refrattaria ad ogni trattamento, manifestò segni evidenti di possessione diabolica, costringendo lo psichiatra a una singolare alleanza con un esorcista. Una vicenda che assunse un aspetto ancora più fosco con l'arrivo in reparto di un'altra giovane donna, completamente immemore, e latrice degli stessi inquietanti sintomi. https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231012-08 RSS: https://rss.art19.com/i-diari-di-un-esorcismo-marco-bocci
Rough Drafts Audio Book R. J Alan, author of thrilling Christian fiction offers early drafts of his novels in podcast form. Join the adventure … where the seen and unseen worlds collide! https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231013-11 RSS: https://rough-drafts-rjalan.blubrry.net/feed/podcast/
Moriarty: The Devil's Game Audio Drama Moriarty: The Devils Game dares to ask: What if Holmes’ most villainous nemesis was actually an innocent man? Featuring Dominic Monaghan in a riveting lead performance, Moriarty turns one of literature’s most famous rivalries on its head, recasting Professor James Moriarty as a desperate fugitive framed for murder–and hunted by dark forces who will stop at nothing to exploit his brilliance.Moriarty finds the professor on the heels of an earth-shattering mathematical breakthrough–a formula so powerful, it can predict the future–and at the scene of a gruesome murder he must solve to prove his innocence. With London’s sprawling underworld as their battleground, Moriarty and Holmes match their peerless intellects to gain the ever-shifting upper hand. But as their duel escalates, so does the deadly cost of pursuing the truth. “What will it take to get your justice?” Dr. Watson asks an utterly ensnared Moriarty, “And if you do get it… what will you become?” https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231005-04 RSS: https://rss.art19.com/moriarty
Cole Steele: Private Eye Audio Drama BANG! You're dead. You've gone to heaven. And now you get to listen to your favorite new podcast, Cole Steele: Private Eye! Join your favorite private eye duo Cole Steele and Jane Flame as they take on literally any case they can find. They'll uncover dark secrets, fight lava men, travel through time, meet old-timey prospectors, and much more! And don't forget their archnemesis, the evil Berlin Schmidt, Nazi Germany's premier archaeologist/adventurer. That jerk. Cole and Jane will stop at nothing to get paid, I mean, deliver justice! https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231018-10 RSS: https://feeds.acast.com/public/shows/cole-steele-private-eye-the-trailer
Missionary To Mars Audio Book An audio adventure based on Missionary To Mars, by Lucas Kitchen. Eustis Grimes, an idealistic cyber-nerd, has to go on the run when his best friends are murdered by the evil Admiral Strafe. Eustis is thrust into a Solar System where just the mention of outlawed ideas can get you killed in a dozen creative ways. Since he has no ship, no money, and no connections, he is forced to sneak aboard a rattle-beaten freighter of smugglers as they set out into the wild black yonder. He embarks armed with stubbornness and an unstoppable drive to share an important message with the Solar System before Admiral Strafe finds him. This unabashedly Christian sci-fi novel mixes humorous characters with poignant themes to create a message of hope, faith, and love that blends seamlessly into a grand space adventure. Missionary To Mars is a family-friendly novel even die-hard science fiction fans will love. https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231003-11 RSS: https://freegrace.in/feed/podcast/mtm/
Punks Versus Zombies - Punk Rock Survival in a Zombie Apocalypse | Post-Apocalyptic Audio Serial Audio Book Get ready to crank the amps to 11 and battle the undead in 'Punks Versus Zombies,' the audio serial that mashes punk-rock culture with zombie apocalypse mayhem. Follow Tommy and his band's suspense-filled journey from Berkeley to their hometown, Philadelphia, navigating a nightmarish landscape. Featuring compelling characters, high-octane storytelling, and a unique twist on survival tales, this series is inspired by classic zombie films and punk-rock culture. Punks Versus Zombies — survival has never sounded so punk. Subscribe now. https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231009-06 RSS: https://anchor.fm/s/ea751094/podcast/rss
Wasteland Free Radio Audio Drama Wasteland Free Radio is a semi-monthly podcast modeled after an evening radio show set in a post-apocalyptic world. Meteor storms, mutants, fallout, and more! Grab a hot glass of green, iridescent liquid, and join The Host as they bring you the news from the Radlands and speculate about the Great Devastation that ended the world... https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231002-09 RSS: https://feeds.libsyn.com/486027/rss
Zenith Audio Drama An audio drama about friendship, photography -- and UFOs. Written and directed by Robert Isenberg. Featuring the voice talents of Maggie Papa, Emma Newbery, Michael Kinnane, Chris Revill, and Sarah Greenleaf. This production was supported in part by the Rhode Island State Council on the Arts. Special thanks to LitArtsRI and the Dwares JCC for use of their recording studios. https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231001-10 RSS: https://anchor.fm/s/d758c668/podcast/rss
Heimsökt Audio Book Heimsökt är en fiktionell skräckpodcast där varje avsnitt innehåller en fristående skräckhistoria. Poddens utspelar sig i Österbotten och besöker platser som Vörå, Larsmo, Jakobstad, och Vasa. Heimsökt görs av Amanda Sandvik för Vasabladet och Österbottens tidning. https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20230929-08 RSS: https://feed.podbean.com/heimsokt/feed.xml
Ecos en la Oscuridad Audio Drama Ecos en la oscuridad, una antología de cuentos de horror dramatizados con el único fin de hacerlos temblar. Terror, suspenso e intriga acompañan a los protagonistas de cada episodio. No intenten huir una vez que empiecen, es inútil, la oscuridad abarca la infinidad y los ecos, tarde o temprano, los atraparan. https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20230928-05 RSS: https://www.ivoox.com/feed_fg_f12283651_filtro_1.xml
Good Morning, Monster Audio Drama Adapted from the book of the same name from NYT-bestselling author and therapist Catherine Gildiner, Good Morning, Monster follows the emotional recovery of Cathy's most heroic and memorable patients. In Season 1, Cathy is confronted by a powerful and determined man seeking help for his daughter. Cathy leaves home and comes out of early retirement to work with Madeline, a highly successful but emotionally broken New York City businesswoman whose mental health struggles are slowly destroying the company she worked to build. https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231005-05 RSS: https://rss.art19.com/good-morning-monster
Simbiosis en el Bajo Astral Audio Drama De los creadores de ‘La Tercera Ley de Newton’, traemos para ti: Simbiosis en el Bajo Astral ¡Tres mujeres embarazadas de gemelos de cinco meses son asesinadas salvajemente! ¡Los fetos ‘no’ son encontrados en las escenas del crimen! Y el asesino serial, profesor de matemáticas, ejecutor de rituales siniestros y sangrientos, aún no puede ser juzgado: necesita una segunda evaluación psiquiátrica debido a su salud mental, pues asevera que una Entidad Demoniaca lo manipuló para matar a las tres mujeres. Bienvenido a Simbiosis en el Bajo Astral… la nueva historia original producida y narrada por Mariano Osorio, que te derretirá la mente. Thriller y Horror Psicológico y Sobrenatural intensos te perseguirán y te sumergirán en la primera experiencia en México grabada para serie podcast en sistema inmersivo Dolby Atmos. Si tienes valor... Ponte tus audífonos y escúchala. https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231026-05 RSS: https://www.spreaker.com/show/5989533/episodes/feed
Günter Krajewski - Der Hörspiel-Podcast Audio Drama Günter Krajewski war ein gefeierter Schlagerstar in den siebziger Jahren. Es war die Hitparandenzeit mit Dieter Thomas Heck - dem Moderator. Als Günter der Rummel in Deutschland zuviel wurde setzte er seine Karriere in Las Vegas fort. Nach über 40 Jahren ist Günter Krajewski nun aber wieder zurück in Deutschland, plant sein Comeback und glaubt, es sei alles wie damals. In dieser Hörspiel-Podcast-Serie seit Ihr live dabei ... beim normalen und oft wahnsinnigen Altag eines echten Schlagerstars. Denn auch diese haben zu kämpfen ... oftmal mit den Tücken des Altags. https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231028-04 RSS: https://www.spreaker.com/show/5994017/episodes/feed
Submitted for the Approval of the Midnight Pals Audio Drama Famous horror authors, living and dead, tell stories around the campfire. A comedy-horror anthology based on Bitter Karella's Hugo-nominated microfiction. https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231030-01 RSS: https://feeds.simplecast.com/CytGsRTZhttps://media.podserve.fm/media/user_11868/logos/World_of_Hurt_edited_edited_myqweeY.jpg Thomas Tessier's World of Hurt Audio Book Each episode features a dramatized reading from from award-winning horror author Thomas Tessier's canon of short fiction. Hosted by Chris L. McKenna and with original music by Jordan Pier of Leaving Richmond. New episode every two weeks. https://audiofiction.co.uk/show.php?id=20231030-02 RSS: https://www.podserve.fm/series/rss/8216/thomas-tessiers-world-of-hurt.rss
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Emilia-Romagna: l'azienda Pinsami di Reggio Emilia presenta alla Regione un piano di investimenti di quasi 21 milioni di euro e 67 nuove assunzioni.
Emilia-Romagna: l'azienda Pinsami di Reggio Emilia presenta alla Regione un piano di investimenti di quasi 21 milioni di euro e 67 nuove assunzioni. Ridurre i consumi energetici e sostituire parte delle fasi manuali ancora utilizzate nel ciclo produttivo, soprattutto nel reparto di confezionamento, attraverso una linea altamente automatizzata. Ma anche implementare una piattaforma Mes (Manufacturing execution system) in grado di gestire le fasi della produzione attraverso istruzioni alla linea produttiva e la raccolta di informazioni relativa ai lotti produttivi capace di garantirne la tracciabilità. Con l'obiettivo di incrementare la produzione, fino a triplicarla, realizzare nuovi prodotti, ridurre le emissioni di CO2 di circa il 15-20% e aumentare l'occupazione. Questo, in sintesi, il piano di Pinsami Srl, controllata da Deutsche Invest Capital, un fondo finanziario tedesco, è azienda di produzione di prodotti di panetteria freschi con due stabilimenti a Reggio Emilia ed è leader internazionale nella realizzazione della 'pinsa', una specialità della cucina italiana composta da un impasto con un mix di farine, un'alta percentuale di acqua e una lunga lievitazione che la rende molto digeribile. Il programma di investimenti è incluso in una proposta presentata al ministero delle Imprese e del Made in Italy per accedere alle agevolazioni previste dal bando di 'Contratto di sviluppo'. La Regione, chiamata a esprimere un parere di merito, ha confermato la coerenza della proposta con le priorità di sviluppo regionali. Il parere positivo di viale Aldo Moro, notificato ufficialmente oggi a Invitalia, delegata alla procedura dal Mimit, è arrivato dopo la presentazione da parte di Pinsami all'assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla. Entrambi i siti produttivi reggiani sono dotati di linee di produzione semiautomatiche. Gli investimenti di completa automazione però saranno realizzati in un solo stabilimento e ammontano complessivamente a quasi 21 milioni di euro comprendendo anche una previsione di nuove assunzioni pari a 67 persone con ricadute positive sui fornitori e sull'intera filiera food dell'Emilia-Romagna. L'investimento porterà ad un incremento della capacità produttiva di circa tre volte rispetto all'attuale, oltre all'inserimento di nuovi prodotti all'interno della gamma. "Programmi di investimento come questo rafforzano il perimetro della nostra food Valley, in quanto non vanno solo a rafforzare l'azienda, ma l'intera filiera territoriale collegata in particolare all'acquisto di materie prime - commenta l'assessore Colla-. La tracciabilità delle produzioni è la direzione obbligata per stare sul mercato di qualità e la scelta di investire su tecnologie di automazione ed efficientamento energetico permette alle imprese dell'Emilia-Romagna, come Pinsami, di continuare a competere nel mondo, creando al contempo nuova occupazione stabile". "Siamo molto orgogliosi di poter far parte e sostenere il motore della crescita della nostra Regione, e non solo: per il terzo anno rientriamo, infatti, nel ranking del Financial Times che accredita la nostra realtà tra quelle con più alta crescita di fatturato addirittura in ambito europeo. – dichiara Fabio Grillo, Ceo Pinsami- Un risultato straordinario che siamo riusciti a raggiungere grazie al successo del prodotto Pinsa, in Italia e all'estero, ma non solo. Innovazione, qualità e comunicazione sono i nostri asset aziendali. Le chiavi di volta della nostra crescita." Per la Regione il programma di investimento presentato all'azienda reggiana è pienamente coerente con la propria programmazione, in linea con la legge regionale per la promozione degli investimenti in Emilia-Romagna, oltre che con la programmazione regionale prevista dal Patto per il Lavoro e per il Clima, con la Strategia di specializzazione intelligente S3 e i Programmi regionali per la ricerca industriale, l'innovazione e il trasferimento tecnologico e per le attività produttive.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Given Movie 02: Hiiragi Mix
Títulos: Given Movie 02: Hiiragi Mix, 映画 ギヴン 柊mixTipo: películaNúmero de episodios: 1Género: dramaDuración: 1 hr. 10 min. Fecha de estreno: 31/12/2025Estudio: Lerche Fuente: Sinopsis: Equipo: Obra original Dirección Guión Diseño de personajes Música Reparto: Seiyuu Personaje Yano Shougo Satou Mafuyu Uchida Yuuma Uenoyama Ritsuka Nakazawa Masatomo Nakayama Haruki Eguchi Takuya Kaji…
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Anayeli (2023) un documental de Misael Alva_Trailer from Julián Hernández on Vimeo.
ANAYELI | ANAYELI Compañía productora / Production Company: Mil Nubes – Cine (Roberto Fiesco Trejo, Misael Alva Alva) Compañías coproductoras / Coproduction Companies: IMCINE, FOPROCINE, Indomable - cine
Anayeli es una joven indígena nahua con epilepsia que vive en la Sierra Negra de Puebla. Confronta el día a día en su comunidad, entre el padecimiento que ha tenido desde niña, el rechazo por parte de una madre que la abandonó al nacer y el abuso sexual que ha sufrido desde la adolescencia por parte de algunos habitantes de su comunidad. Ella sale a conocer el mundo que la rodea, aferrándose a un sueño: la celebración de su fiesta de quince años.
Categoría / Category: Documental / Documentary Fecha de rodaje / Production years: 2016-2019 Fecha de estreno en salas / Release date: No establecida / Not set País / Country of Origin: México Duración / Running time: 77 min. Idioma / Language: Náhuatl Formato de rodaje / Shooting Format: Digital (4K) Formato de proyección / Release Format: DCP Imagen / Colour: Color / Colour Relación de aspecto / Aspect Ratio: 1:1.85 Mezcla de sonido / Sound Mix: Dolby Digital / 5.1 Locaciones / Filming Locations: Cuatro Señores, Puebla
Personal creativo / Cast & Crew Dirección / Director: Misael Alva Producción / Producers: Roberto Fiesco, Iliana Reyes Guión / Screenplay: Julián Hernández, Misael Alva Fotografía / Cinematography: Ariana Romero Rodríguez, Aldo Rodrigo Hernández Sonido / Sound Recordist: Armando Narváez del Valle, Misael Topillo Hernández, Israel Alva Postproducción / Postproduction Supervisor: Victor Velázquez Edición / Editing: Emiliano Arenales Osorio Diseño de sonido / Sound Design: Omar Juárez Espino Selección musical / Music: Julián Hernández
Reparto principal / Main Cast: Anayeli Cortés Cabanzo, Maura Cortés Cabanza, Eleuteria Cabanzo, Lorenza Cortés Cabanzo
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BRANDY CLARK & SHANE MCANALLY
SHUCKED: ORIGINAL BROADWAY CAST RECORDING
El álbum del musical con 9 nominaciones a los Premios Tony ya disponible en formato digital. Incluye dos bonus tracks “Friends” y “Maybe Love” interpretados por Brandy Clark & Shane McNally.
Consíguelo AQUÍ
Hoy, Sony Masterworks Broadway, junto a los productores Mike Bosner y Jason Owen, estrenan Shucked - Original Broadway Cast Recording. El álbum, que ya está disponible en formato digital y que saldrá a la venta en CD el 9 de junio, incluye piezas musicales del espectáculo de Broadway, como "Independently Owned," el tema estrella interpretado por Alex Newell; "Somebody Will", una potente balada country interpretada por Andrew Durant; y "Maybe Love", una tierna canción de amor a cargo de Caroline Innerbichler. También se incluye en el álbum de Shucked los bonus tracks “Friends” y “Maybe Love” interpretados por Brandy Clark y Shane McAnally.
Shucked, la nueva comedia musical de Broadway, está nominada a 9 premios Tony: Mejor musical, Mejor guion de un musical (Robert Horn), Mejor banda sonora original (Brandy Clark y Shane McAnally), Mejor interpretación de un actor en un papel principal de musical (Kevin Cahoon, Alex Newell), Mejor diseño escénico (Scott Pask), Mejor diseño de sonido (John Shivers), Mejor dirección (Jack O'Brien) y Mejor orquestación (Jason Howland).
Producida por Jason Howland, Billy Jay Stein, Shane McAnally, y Brandy Clark, la grabación original de Broadway Shucked incluye música y letras originales de Clark y McAnally que, juntos, obtuvieron 3 Premios Grammy® y 18 nominaciones a los mismos premios.
Brandy Clark comentó: "Este reparto original de Broadway es tan especial, y este álbum es una cápsula del tiempo musical para que las generaciones actuales y futuras descubran y vivan la magia que es Cob County y Shucked".
Shane McAnally dijo: "Escuchar a estas increíbles voces y músicos dar vida a estas canciones ha sido uno de los mayores regalos en el proceso de desarrollo de Shucked. Trabajamos mucho para crear una atemporalidad y un contrapunto emocional a la magia visual y la diversión de la versión escénica".
Shucked, con guion del ganador del Premio Tony® Robert Horn, música y letras de Brandy Clark y Shane McAnally, y dirección de triple ganador del Tony®Jack O’Brien, las estrellas (en orden alfabético) John Behlmann, Kevin Cahoon, Andrew Durand, Tony Award nominee Grey Henson, Caroline Innerbichler, Ashley D. Kelley y Alex Newell.
El conjunto de Shucked incluye a Jimmy Brewer, Audrey Cardwell, Dwayne Clark, Rheaume Crenshaw, Jaygee Macapugay, Scott Stangland, Yasmeen Sulieman, y Quinn VanAntwerp. También participan Miki Abraham, Ken Wulf Clark, Traci Elaine Lee, y Alan Wiggins.
SHUCKED – ORIGINAL BROADWAY CAST RECORDING
TRACKLIST
1 Overture
2 Corn
3 Walls
4 Walls (Reprise)
5 Travelin’ Song
6 Bad
7 Woman of the World
8 Somebody Will
9 Independently Owned
10 Holy Shit
11 Maybe Love
12 Corn (Reprise)
13 Entr'acte
14 We Love Jesus
15 OK
16 I Do
17 Friends
18 Best Man Wins
19 Corn Mix
20 Maybe Love (Reprise)
21 Friends (Acoustic Worktape - Bonus Track) | Brandy Clark y Shane McAnally
22 Maybe Love (Bonus Track) | Brandy Clark y Shane McAnally
Fotos de producción del reparto de Broadway disponibles AQUÍ (fotos de Matthew Murphy & Evan Zimmerman) y fotos promocionales del reparto AQUÍ (fotos de Emilio Madrid) con autorización para uso de prensa y redes sociales.
¿Qué se consigue al emparejar a un escritor de comedias semineurótico de Nueva York con dos superestrellas de la música de Nashville? Un divertidísimo y audaz musical sobre la única cosa de la que los estadounidenses de todo el mundo no se sacian: el maíz. Shucked es la nueva comedia musical que demuestra que a veces derribar algunos muros, en lugar de hacerlos crecer, es la única forma de preservar nuestro modo de vida. Shucked está a punto de dar la vuelta a Broadway y ofrecer un grano de esperanza a nuestra dividida nación.
Con coreografía de Sarah O’Gleby, y supervisión musical, dirección musical, orquestación y arreglos del nominado al Premio Tony Jason Howland, el equipo de diseño de Shucked incluye al ganador del Premio Tony Scott Pask (diseño escénico), la nominada al Premio Drama Desk®Tilly Grimes (diseño de vestuario), el nominado al Premio Tony Japhy Weideman (diseño de iluminación), el ganador del Premio Tony John Shivers (diseño de sonido), la ganadora del Premio de la Academia® y del Premio Emmy®Mia Neal (diseño de pelucas), y Stephen Kopel, C12 Casting (dirección de casting).
Las entradas ya están a la venta en www.shuckedmusical.com y www.ticketmaster.com.
Shucked cuenta con la producción de Mike Bosner, Jason Owen, AEG Presents/Jay Marciano/Gary Gersh, Jeffrey A. Sine, Richard Smith, Silvia Schmid, Bob Boyett, Jeremiah J. Harris, James L. Nederlander, EST/Emily Tisch, Sony Music Entertainment, DudaAllen, David W. Busch, Karen Fairchild, Horipro Inc., Gordon-Helfner, John Gore Organization, Madison Wells Live, S&Co., Terry Schnuck, Jimi Westbrook, y ZKM Media.
ELOGIOS DE LA CRÍTICA
"una banda sonora rica en melodías y llena de vida, compuesta por las estrellas de la música country Brandy Clark and Shane McAnally”
-WALL STREET JOURNAL
"Las canciones de Brandy Clark y Shane McAnally son inmediatamente pegadizas..."
-DAILY BEAST
"melodías inolvidables y letras ingeniosas"
-THE NEW YORKER
Sony Music Masterworks es una empresa global de entretenimiento especializada en música grabada y experiencias en directo. Las producciones teatrales y álbumes de reparto publicados a través de su sello Masterworks Broadway incluyen Back to the Future, KPOP, Almost Famous, The Old Man and the Pool, Sing Street, Lempicka, POTUS, Macbeth (Daniel Craig), Flying Over Sunset, The Prom, SpongeBob, Harry Potter, Hello, Dolly! (Bette Midler), Kinky Boots y Once, además de las bandas sonoras de los filmes musicales The Prom, Tick, Tick…Boom!, y Matilda. Para actualizaciones por email y más información, visita www.sonymusicmasterworks.com.
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in questo momento sono un mix di emozioni talmente diverse e talmente contrastanti tra loro che mi sento esausta.
e mi sono messa a piangere quando mi ha detto che lui mi curerà nonostante io sia un caso grave. sono veramente scoppiata a piangere perché nessuno mi ha mai detto così, mi hanno sempre e solo rimbalzato da un reparto all'altro puntandosi il dito contro a vicenda.
sono molto rassegnata per tutto ma stasera sto piangendo per qualcosa di bello
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Gatti in serie A è una scommessa che spero si riveli almeno decente ma si sapeva che al primo raffreddore di Bonucci gli avrebbe preso il posto, il problema è non aver scaricato quest’ultimo quando si poteva
non sono d'accordo che questo tipo di giocatori debbano essere 'scaricati' appena possibile, soprattutto in un reparto, quello difensivo, in cui l'esperienza è fondamentale. non sono la sua più grande estimatrice per diversi motivi, ma le descrizioni che vedo adesso di bonucci non sono altro che revisionismo storico degli ultimi 10 anni di juventus e di nazionale italiana. tralasciamo poi le difficoltà materiali che ci sarebbero state nel sostituirlo.
io credo sia giusto fare un mix di giocatori giovani e giocatori con più esperienza – però bisogna aspettarsi che questi ultimi non possano fare i titolari. molto semplicemente. bonucci 45-60 minuti te li fa anche, ma ogni due partite forse, come è normale che sia. te lo tieni da parte per le partite più complicate e importanti dove serve qualcuno che abbia esperienza, ma per il resto fai giocare i giovani e riposare i meno giovani. un allenatore di buonsenso farebbe così ma max lo conosciamo
#io in realtà lo capisco allegri quando dice eh ma i giovani appena sbagliano in una squadra come questa li crocifiggono#ed è verissimo. specie se uno non ha la mentalità adatta quella roba lì è capace di rovinargli la stagione se non la carriera#però una via di mezzo fra giocare gli ultimi 10 contro la salernitana e 90 nel derby d'italia c'è
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Pisa, Minore finisce al reparto di rianimazione per un mix alcool e droga Un devastante mix di alcol e droga in una notte di sballo nei locali del centro e una ragazza non ancora diciassettenne è finita nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Pisa, ricoverata in prognosi riservata.
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Vomitar. 12-03-21
Pues me entraron ganas de escribir y hacerlo público porque las imágenes que subo en Instagram no me definen, eso es sólo una parte de mí, una muy pequeñita y hoy tengo ganas de mostrar algo más.
Siempre me jacto de ser un libro abierto, pero soy un libro abierto “selectivo”, y hoy quiero mostrarles un día random de una persona que vive entre el adormilamiento y la introspección.
Lo siguiente que van a leer no es mas que vómito gramatical y seguramente con errores de puntuación porque jamás he sabido usar el punto y coma. Júzguenme, no me importa :)
Como antecedente les cuento que llevo algunos meses escribiendo en un diario, no con el fin de publicar un libro como “La Tregua”, sino para monitorear mi salud mental.
Les cuento que el día de hoy empezó raro, me levanté con una sensación de tristeza, después de un sueño extraño donde me secuestraban saliendo de una peluquería en el centro de la Ciudad de México, en donde a mis amigos de Playa les estaban cortando el cabello.
Desperté sin ganas de moverme, sin ganas de hacer lo que me prometí a mi misma que haría porque me hacía sentir bien. Estaba a punto de posponer el reloj, pero algo dentro de mi dijo: levántate, no te sabotees. Así que me paré de la cama, saqué un nombre sagrado de Dios que decía: “del pensamiento a la acción” entendí clarito el mensaje e hice mi saludo al sol.
Al terminar me sentí bien pero aún había un hueco de ansiedad (si a esta altura de la vida usted no conoce tal sentimiento, tiene toda mi admiración). Seguí la rutina de siempre, me bañé con alguna serie de mierda de fondo, salí, me puse crema para no envejecer, apagué el calentador, me vestí, me cepillé, me maquillé, me peiné, me cepillé los dientes y salí tarde (todo siempre igual, siempre en el mismo orden).
Llegué a la oficina en 5 minutos, porque esa es la ventaja de vivir en un pueblo. Llegué con muy pocas ganas de llegar, parecía no ser la única con ese sentimiento porque teníamos la energía puesta en: ¿a dónde iremos mañana?.
Extrañamente, y perdóname mamá por lo que vas a leer. Una de mis amigas y compañeras con problemas de ansiedad nos ofreció drogas legales con prescripción médica, decidimos tomarnos media porque YOLO y porque idiotas. A los 15 minutos tuve una sensación de descontrol y básicamente lo que sigue de la historia soy yo vomitando como regadera en todos lados. Acción que el 100% de mis amistades reales me ha visto hacer.
Salí corriendo a mi casa, donde vomité aún más y mejor, por un momento me sentí como en la ayahuasca, depurando lo que no me sirve. Después de eso me acosté y lo demás son horas y horas de mi persona dormida y descansando.
La primera vez que desperté de mi siesta, desperté ansiosa, sintiéndome mal, buscando explicaciones a cosas que no necesitan explicación. Buscándole la cara a gente que no quiere que se la encuentren. Me volví a marear, volví a vomitar y me volví a dormir.
La segunda vez que desperté de mi siesta, desperté todavía más confundida. Mi primer pregunta fue: ¿Dónde estoy? ¿Por qué estoy sola? ¿Qué hora es?, vi el celular y había muchos mensajes de muchas personas diferentes. Todas importantes para mí y al parecer yo para ellas. Por fin aterricé.
Entre esos mensajes estaba un mensaje que me dio luz para buscar vuelos y poder ir a ver a mis papás y tocar base en eso que siempre me recuerda de dónde vengo, quién soy y por quiénes soy.
A la par, pude por fin hablar con una de mis mejores amigas para desearle un feliz cumpleaños. Hablar con ella fue mi segundo aliento, escuchar feliz a la gente que quieres siempre da ánimos.
Entre los mensajes estaba el de un amigo diciéndome: “Ya sé que me odias, lo sé, puedo vivir con ello. Me has odiado tantas veces, pero luego me vuelves a amar porque por supuesto que me amas”. Tercer aliento y primera reflexión.
Sé que la mayoría del tiempo suelo ser una persona manipuladora emocional. Si no tengo bajo control y bajo mis estándares las cosas, me frustro, hago berrinche y pataleo.
La realidad es que en el fondo, por más que haga berrinche, patalee y demás dramas de toddler, la gente sabe que mi cariño es real y profundo. Saben que la parte menos evolucionada de mí sigue siendo reactiva, pero que mi cariño es sincero y profundo, tanto que se lo aguantan (claro, no todo el mundo puede con ese paquete y no los culpo).
Seguí recibiendo mensajes que no hicieron más que seguir el flujo de lo iniciado.
El mejor amigo playense preguntando: ¿Cómo sigues? Si necesitas que vaya por ti o te lleve algo, me avisas. Tú, si llegas a leer esto: Gracias por aguantarme, aceptarme, quererme y cuidarme. Sé que piensas que soy muy dura, intentaré ser un poquito menos dura y juiciosa. Ten un poco más de paciencia, estoy iniciando ese camino, es difícil.
Después otra amiga me preguntó que cómo seguía, que seguro hasta el tercer ojo se me abrió. De repente y un poco fuera de contexto me dijo: “ya Vivi, ten apego por la gente, ya no te van a herir, ya sabes cómo evitarlo. Siempre he dicho que eres puro amor (...) pero cambiaste el amor cursi por el rudo (...) área de oportunidad.” Me reí, le di la razón y le dije que tenía claras las fisuras. Gracias, pequeño ser. No le apostaba nada a nuestra amistad porque como siempre todos me caen mal de inicio, pero le agradezco a tu ruptura y tu reencuentro constante por habernos juntado en este breve espacio.
Otro mensaje decía: ¡Ya compré mi boleto, llego mañana a las 11:00! Y esto simplemente es sinónimo de felicidad porque es una persona que me da paz y libertad.
Luego llega un TikTok que simplemente era un: “Mira, sí soy” haciendo burla a su falta de skills en la cocina y recordándome un poco de la cotidianidad que ya no tenemos.
De repente entra un mensaje de una amiga de la universidad, con una espantosa foto retro, de un recuerdo del que no tengo registro alguno. Junto con esa foto me mandó un mensaje diciéndome que estaba con otra gran amiga mía, que estaban pensando en mí y que me extrañaban.
Eso fue suficiente para tomar la decisión y comprar el vuelo, le hablé a mis papás y me entró un nuevo aliento. Para los que no saben, tengo mamitis y un año sin estar en esa cocina me deja un hueco en el pecho.
Después estuve ilusionada viendo vuelos para León para la boda de mi mejor amiga, misma donde tendré la dicha de ser Dama de Honor, y aunque no sé bien qué tengo que hacer, tengo claro lo que no tengo que hacer (vomitar como en la boda de mi otra mejor amiga).
Por último, y el mensaje que me inspiró a escribir públicamente viene de alguien pidiéndome un consejo: “Me gusta alguien que no debería porque no se adapta a lo que la sociedad me pidió, ¿qué hago? No quiero caer, me da miedo”
Mi respuesta en resumen fue: ve a todas esas parejas que están con la persona que socialmente les correspondía solo por cubrir con el rol del “hombre”o la“mujer” perfecta, son infelices e insatisfechos. La sociedad apesta, lo que marca la sociedad es una mierda. Por otro lado, el miedo, MIEDO, otra palabra de mierda, no sirve, bebé.
Después de algunos mensajes me agradeció y me dijo que debería ser psicóloga, aunque me gusta más cuando me llama bruja. Yo le di las gracias por ser receptivo a mis golpes, porque mis métodos no siempre son los mas ortodoxos y amorosos. Me dijo que así como lo hacía era perfecto. Y una vez más se me volvió a llenar el alma de amor y me dieron ganas de escribirlo todo.
Todo este choro sale porque vivir acá es hermoso pero a la vez es muy difícil.
De entrada, mucha gente viene de paso, al final son pocos los nativos de aquí, el ejercicio de desapego es constante, podría decir que ya tengo un doctorado y aún así hay mucha gente a la que me cuesta dejar ir.
En los últimos años me he hecho amiga de poca gente, pero todos acaban yéndose y es algo bastante duro porque es como vivir muchas vidas en muy poquito tiempo. En la ciudad, emocionalmente había más estabilidad con los “amigos de toda la vida” pero también había menos aprendizaje. Unas por otras.
También he perdido varías “amistades” no por distancia geográfica, sino por incompatibilidad de caracteres. Porque aquí hay un mix de personas con entornos socioculturales muy diferentes. Aprendí a no aferrarme, aunque cada una de esas perdidas me ha dolido en su momento.
El punto es que me había sentido sola porque se me está yendo gente y no me había detenido a vivir mis emociones, estaba bloqueándolas porque siempre se me ha juzgado por vivirlas, sentirlas y decirlas porque: INTENSA.
Acá aprendí que sí soy súper intensa, y me vale. Así vivo mi vida y mis emociones, con intensidad. Me recuerdan que estoy viva. A uno se le juzga de intenso por decir lo que uno piensa y siente. Hoy puedo estar triste y mañana puedo estar feliz, así es esto cuando uno no es un monje budista.
Así que, sin más vueltas porque ya estoy dormitando. No quiero perder un solo detalle del día de hoy y se los quiero compartir porque de un día súper ordinario con tintes de mal día, uno puede y debe sacar lecciones y aprendizajes.
Las mías del 12 de marzo son:
1.- legalicen la marihuana
2.- no se automediquen
3.- si lo hacen que no sea en vano
4.- la soledad física no representa una soledad real
5.- la gente que te quiere de verdad te acepta tal y como eres. Con claros y oscuros.
6.- los mensajes siempre están, sólo hay que ser receptivos
7.- una vez que ya saben qué tienen que hacer, tomen acción. No pospongan.
8.- Vomitar: arrojar violentamente por la boca lo contenido en el estómago.
9.- el Electrolit de mora es el mejor
10.- sorprendan a la gente que quieren, díganles que los quieren. A veces sólo necesitamos eso para regresar al carril.
11.- rómpanse y reencuéntrense, sólo hay una vida para hacerlo.
12.- si pensar en ver a su familia no les da paz, resuelvan lo que tengan que resolver ahora, no hay después.
13.- quédense donde ustedes puedan ser ustedes. Pero primero conózcanse para saber dónde quedarse.
14.- no duerman toda la tarde porque luego están a las 4:00 am escribiendo mamadas.
15.- gracias a todos los actores de reparto
Pd.- hace mucho tuve tumblr y lo borré porque me daba vergüenza leer mi dramatización de la vida. Hoy ya no me doy vergüenza.
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Sole, Ombre e Arcobaleni
Ciao, mi chiamo Marco. Pur innamorandomi di persone del mio stesso sesso, ho sempre faticato a sentirmi parte della così detta "comunità gay".
Volevo condividere il mio pensiero a riguardo, sperando che possa aiutare altri che come me si son sempre sentiti estranei un po' a tutto.
Ho da sempre disdegnato l’idea di società come la viviamo oggi perché in 35 anni di vita ho capito che far parte della società non e’ che dover fare parte di un gruppo, quindi eliminare la propria reale identità o tenere il proprio pensiero a bada per dover essere come gli altri, per pensare come gli altri e perché gli altri si possano sentire di avere qualcosa in comune con te. C'è una distorsione del concetto di inclusività che diventa, in realtà, esclusività.
Crescendo in un paesello medio-borghese Brianzolo, ho scoperto come la società in cui vivevo aveva nel suo interno vari sottogruppi basati tutti sull’arrivismo, su chi e’ migliore, sul tasso di privilegi che uno ha, che ti mettono in una posizione più alta o più bassa, che ti danno accesso o meno ad ambienti più o meno elitari. Rientri nelle categorie non per come pensi ma per quanti soldi hai e come ti poni all'esterno, per che luoghi frequenti, per gli studi che hai la possibilità di fare. Dico questo pur essendo nato con parecchi privilegi, e che la società non mi ha mai respinto, ma anzi, sempre cercato di tenermi stretto. Quando avevo finalmente capito il mio orientamento sessuale, quindi pensando di identificarmi come gay, mi sono auto-espulso da tutta quella società che ormai mi avrebbe visto come diverso, o forse perché la vedevo io troppo diversa da me. Qualche amicizia e’ rimasta, ma anche io avevo bisogno di cambiare aria.
Ho quindi lasciato il paesello alle spalle e ho cominciato a frequentare ambienti più aperti a Milano, dove potevo in teoria conoscere persone “come me”, che magari avrebbero provato le stesse cose che ho provato io nel sentirmi diverso e quindi cercare un nuovo modo di unirsi. Ho trovato esattamente l’opposto. Per assurdo, la comunità gay non è che un altro costrutto esattamente uguale a quella società da cui proprio noi veniamo rigettati. Ci mettiamo nei box e diventiamo le caricature che la comunità gay può “accettare” o comprendere, e che quella eteronormativa può poi stereotipizzare, quella da far vedere in TV. Così e’ più semplice per tutti, rimanendo intrappolati in un modello sociale tossico che per la maggioranza non si e’ mai evoluto dalle scuole elementari.
Dico questo perché arrivato a Milano, notavo come l’unico modo per essere accettato sia dalla comunità gay, che dalla società in generale, addirittura nel lavoro (facevo il commesso allora), era entrare a far parte di uno stereotipo, anche se gay, quindi creando una omonormativita. Alla società, quindi, non importava tanto poi il mio orientamento sessuale (a parte che agli omofobi irrecuperabili) ma semplicemente che sembrassi “normale”, riconoscibile, replicabile e intercambiabile. Così entrai a far pare di uno di questi sottogruppetti presenti tutt’oggi, basati su come ti vesti, che lavoro fai, che locali frequenti, quanti followers hai, com'è la tua apparenza, che preferenza di ruolo sessuale hai e cosi via, per scappare dalla paura di confrontarsi con altre realtà. Mi sono trovato a dover fingere di essere qualcosa che in realtà sentivo non mi apparteneva proprio perché la società in primis impostava questo genere di raggruppamento basato sul privilegio, andando cosi a sopprimere la mia parte interiore, reale e umana e per vestirmi anch’io di una maschera. Allora neanche capivo troppo queste dinamiche; lo facevo perché pensando di essere già diverso, gay, dovevo quasi rendermi a maggior ragione “normalizzato” per essere incluso. Con gli anni ho poi fatto il mio percorso di cambiamento ed integrazione, ma non e’ stato facile - per capirlo, devi prima uscirne, e uscirne porta alla solitudine all’emarginazione, ma anche a una grande consapevolezza di sé e degli altri, che poi e’ la cosa più importante.
E’ qui il punto. Non conta di che comunità fai parte se in primis non sai chi sei. Se ti identifichi ancora nel tuo aspetto, nelle marche che compri, il lavoro che fai o con chi vai a letto, non saprai mai chi sei in realtà. Diventi un'altra faccia su Instagram che cerca di essere come tutte le altre.
Se non sei nei canoni di bellezza e mascolinità preimpostati, sei out.
Questo concetto di omonormatività viene validato anche dall’idea delle “tribes”, le tribù a cui (a quanto pare) devi appartenere.. bears, muscle, jocks, fems, e così via (ah, in questa lista c'è anche asian… come se quella fosse una tribe e non una semplice provenienza. Usata così si chiama razzismo. Stiamo quindi alienando un gruppo a priori, o peggio ancora, lo si rende vittima di feticismo inconsapevole?) Ecco, un’altra cosa sbagliata che ho trovato in questa “comunità gay” è questo morbo per il sesso. Tutti su Grindr a cercare chissà cosa, per far gara a chi ne fa di più, che poi in realtà tutto ciò che fa è riempire l’ego temporaneamente per poi lasciare l’Io in un vuoto ancora più grande di prima. E chi ci sta dentro, proprio per riempire di nuovo questo vuoto, continua a fare questo rifornimento di endorfine che poi ti risvuota di nuovo, in un continuo gioco di piacere fugace, che porta poi solo a non saper provare più Amore (per ironia, l’icona dell’app è proprio una maschera… quella che in teoria dovremmo toglierci.) diventano tutti pezzi di carne che scegli come quando fai la spesa online. Se non sei sessualmente aperto e sempre disponibile non servi a niente, devi essere predatore o preda.
Ho avuto esperienza diretta in questo quando sono andato a ballare una delle prime volte in una discoteca gay. Mi era stato offerto un drink da un ragazzo ma a mia insaputa era stato manomesso, ci aveva messo dentro del ghb, la droga dello stupro, e dopo pochi sorsi sono collassato. Sono stato portato fuori dal locale a cucchiaino, incosciente. Per questione di puro caso e fortuna, i miei amici mi trovarono mentre mi stava mettendo in macchina e riuscirono a salvarmi, per poi chiamare l'ambulanza. Potevo finire chissà dove, la mia vita era appesa a un filo. Ero andato in coma, e rimasi fino al giorno seguente in reparto rianimazione per l'assurda quantità di droga mixata ad alcohol che c'era in quel cocktail letale. Quell'esperienza ha distrutto per me l'idea che la discoteca gay, allora uno dei pochi - se non unici - luoghi di ritrovo possibile per questa comunità, era un luogo sicuro. Tutt'altro. Con l'ingenuità di allora non pensavo che una cosa del genere potesse succedere a me. Non tutti erano lì per divertirsi, ballare ed essere liberi, in questo genere di luoghi bisogna stare attenti ad altre dinamiche che prendono piede.
Da vittime della società quindi, ciò che ci rende diversi dalla gente che odia non si dovrebbe fermare al sesso, ma da come uno si pone in confronto dei propri privilegi, e quindi verso il prossimo. Da uomo gay bianco, riconosco di aver avuto ad esempio molti più privilegi di una donna lesbica bianca, e magari lei a sua volta più di un uomo etero nero, in Italia. L’inclusione non è raggrupparsi a seconda del proprio stato sociale e indossare tutti le stesse marche e farci tutti i capelli uguali. E’ rompere i propri privilegi per includere il diverso, così da formare idee di pensiero più forti, più vere, per condividere la ricchezza. L’omofobia, è esattamente la stessa bestia del razzismo e del sessismo, creati dalle regole preimpostate della chiesa che da centinaia di anni creano una società di gregge, che ponevano (e pongono tutt’oggi ahimè) l’uomo etero bianco come modello di perfezione. Se poi aggiungiamo nel mix il colonialismo e il razzismo che han poi dato vita al capitalismo, si arriva alla completa identificazione dell'essere - l'Io - in ciò che possiede e come si pone all'esterno - l'ego - la maschera, che non da peso a sentimento, emozioni e identità ma deve prevalere sugli altri. Bisognerebbe mettersi tutti sullo stesso piano per distruggere la gerarchia piramidale di fondo che c'è stata imposta e che applichiamo e replichiamo in tutto, il dover arrivare a tutti costi arrivare al vertice calpestando gli altri. Se fossimo tutti uguali non ci sarebbe vertice e plebe.
L'altro problema connesso qui è la spiritualità secondo me. Dato che la chiesa ha instaurato un credo che esclude e stigmatizza l'omosessualità, la maggior parte degli omosessuali esclude a propri la possibilità di credere in qualcosa più grande, andando a distruggere valori validi che la chiesa ha usato, estrapolandoli per gran parte dal Buddismo e manomettendoli qua e là a loro piacimento, dando un senso sbagliato di religione e fede per creare divisioni tra il popolo e conquistare attraverso la paura e guadagnandoci pure sopra. Non dimentichiamoci che fino a pochi anni fa la chiesa e il governo andavano di mano in mano (se non ancora tutt'oggi). Dico questo perché l’ho provato io in primis sulla mia pelle, nella ricerca di me stesso, e riesco ora a vederlo con occhio critico come problema generale. Il credo dovrebbe essere personale e diretto, e non mediato da altri uomini, proprio perché è connettendosi con sé stessi e la propria condizione umana che si arriva al soprannaturale, a qualcosa di più grande di noi ma che allo stesso tempo è proprio la linfa di vita che scorre dentro di noi. La coscienza. Quella che ti ferma per un attimo quando in fondo sai che la cosa che stai per fare non porterà a nulla di buono o che semplicemente non è giusta. La vita ha poi i suoi modi per mostrarci i frutti delle nostre decisioni.
Sbagliamo quindi a creare comunità basate sulla divisione, perché diventano appunto società. Si dovrebbe chiamare "società gay" quella che c'è oggi. Per creare una vera comunità, dovremmo cominciare da capo e forse chiamarla con nuovo nome… Comunità Arcobaleno magari, per far rientrare chiunque si senta diverso o escluso da quella società costruita su patriarcato, privilegio, razza, normatività, dualismo e individualismo.
Come stiamo facendo oggi, l’omofobia viene solo camuffata ed alimentata in primis tra di noi, come un’ombra. Prendiamo come riferimento una società eteronormativa, traslandola in modi ancora più meschini tra di noi proprio perché abbiamo centina di anni di traumi, ferite e stigma da cui guarire, che invece ci intrappolano perché le ferite non guarite si trasformano in infezioni, o nel nostro caso, “inaffezioni” (se si può fare un gioco di parole), in odio inconsapevole.
Forse proprio per tutto questo non ho mai fatto un vero e proprio "coming out". Non capivo da cosa dovevo uscire. L'unico coming out che ho fatto é dal modo di vivere e pensare imposto dalla società. Ho imparato a connettermi col mio dolore e capire che non era dato da me, non ero diverso o sbagliato e non avevo bisogno di essere validato da niente o nessuno, dovevo solo guarire per poter dare Amore. E per dare Amore, quello vero, sincero, senza limiti o fabbricazioni, dovevo prima combattere lo status quo che me l’aveva negato, che me lo faceva percepire in maniera distorta.
Non serve quindi unirsi solo dal punto dell’orientamento sessuale e della sessualità, perché poi ne esce solo quello: sesso e superficialità, non Amore, proprio perché sono radicati nell’edonismo e nell'assenza di valori reali della società odierna. La Comunità Arcobaleno dovrebbe essere improntata su nient'altro che l’accettazione della pura identità umana, in qualunque modo essa si voglia manifestare ed identificare, aperta ad ogni sua sfumatura. Ma per arrivare lì, bisogna prima decolonizzare la nostra stessa mente e capire anche che identificarsi con qualcosa di esterno, che siano possessioni, lavori, usi e costumi o gruppi di persone porta solo all’annullamento dell’essere e alla formazione della maschera. L’unico modo per guarire da questa infezione di massa e’ fare i conti con se stessi, aprendosi ognuno alla propria vulnerabilità in un confronto costruttivo con l'altro, per capire che poi, in fondo, siamo tutti uguali ma con diversi talenti. Bisognerebbe semplicemente collaborare.
Sono proprio le differenze individuali a renderci così speciali, come i diversi colori che lavorano insieme per formare un solo bellissimo arcobaleno. Quell’arcobaleno che dovrebbe unirci tutti, proprio perché tutti riflessi dalla stessa luce - il Sole.
#gay#gay community#lgbt#arcobaleno#condizione#omofobia#razzismo#società#libertà#dualismo#colonialismo#patriarcato#diritti#diritti umani#diritti lgbt#uguaglianza#spiritualità#empatia#comunità
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Napoli: Pizza Village, ecco i primi ospiti sul palco di RTL 102.5
Napoli: Pizza Village, ecco i primi ospiti sul palco di RTL 102.5. Anche per l’edizione numero 11 del Pizza Village Napoli, tutte le sere dalle 21 alle 24 il palco sarà un ulteriore ed importante momento di aggregazione e intrattenimento, con ospiti della musica nazionale e internazionale presentati da RTL 102.5 e anche alcuni dei più amati artisti campani, con un cartellone che prevede 10 live show presentati dal direttore artistico Gianni Simioli. Ma il lavoro di elaborazione delle 10 serate di spettacolo del Pizza Village è ancora in pieno sviluppo. Il gruppo RTL 102.5, radio ufficiale dell’attesissimo appuntamento che si svolgerà alla Mostra d’Oltremare di Napoli dal 16 al 25 giugno 2023, sarà presente a Napoli con il suo truck, da dove andranno in onda in diretta "W l'Italia" e "Protagonisti". Una squadra di conduttori, giornalisti ed il reparto social, renderanno unico un evento attesissimo da migliaia di napoletani e non solo. Da Napoli sarà in diretta anche Radio Zeta - punto di riferimento dei giovani - e non mancheranno collegamenti con RTL 102.5 News, la radiovisione digitale e RTL 102.5 Napulè, tutta dedicata alla cultura partenopea. Leit motiv degli show condotti sul palco da Simioli sarà la Napoli dei mille culure. Oltre a quelli della musica di ieri, di oggi e di domani, i colori della cultura, del teatro, dei libri e del cinema, ma anche quelli delle tradizioni e della memoria testimoniati dai sindaci e dai presidenti delle Pro Loco che presenteranno le feste e gli eventi identitari della regione per la prossima stagione estiva. Tra i mille colori di Napoli, anche quelli indelebili lasciati da grandi personaggi come Massimo Troisi, Federico Salvatore, Sergio Bruni, Zemi, Giulietta Sacco, Lucio Amelio ai quali, durante le serate del Pizza Village, si renderà un caloroso omaggio. Importante novità di quest’anno sarà poi lo spazio riservato ai numerosi e talentuosi artisti di strada, diventati indiscussi protagonisti delle passeggiate partenopee. Con la speciale iniziativa “Artisti a portafoglio”, omaggio all'omonima pizza regina dello “street-food” napoletano, tutte le sere sul palco un artista presentato dall’iconico e storico Pier Macchiè. Questa sera Gigi D’alessio con Alfa Rosario Miraggio, Tommaso Primo; SAB 17 Angelina Mango + Wax Tullio De Piscopo, Aisha, Hall Quartier; DOM 18 The Kolors Rico Fimiano, Valerio Iovine, Decibel Bellini,Emiliana Cantone, Veronica Simioli; LUN 19 Mr. Rain e Sangiovanni, Mv Killa, Blair, Neves, Blu Staff; MAR 20 Sophie And The Giants +Claude Mr. Hyde, Mixed by Erry; MER 21 Aiello + Lda + Aka7even Lele Blade, Gianluca Capozzi, Enzo Dong, Pier Macchiè; GIO 22 Boro Boro Mavi, Gaiè, Plug, Voga, J Lord; VEN 23 Due grandi ospiti a sorpresa Andrea Sannino, Yung Snapp, Geelo, Moder up, Giardino dei semplici, Ernesto Dolvi Sax; SAB 24 Francesco Gabbani + Leo Gassmann Gabriele Esposito, Soleluna; DOM 25 LP + Clementino Franco Ricciardi, Coco, Samurai J, Vale Lambo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Pavel Durov: “Il mondo sembra essere sconvolto dalla notizia che WhatsApp ha trasformato qualsiasi telefono in uno strumento spyware. Tutto sul tuo telefono, incluse foto, e-mail e testi, è stato accessibile ai possibili spioni solo perché WhatsApp è stato installato [1].
Questa notizia non mi ha ad ogni modo sorpreso: l’anno scorso WhatsApp ha dovuto ammettere di aver avuto un problema molto simile: una singola videochiamata tramite WhatsApp poteva bastare ad un hacker per ottenere l’accesso ai dati dell’intero telefono [2].
Ogni volta che WhatsApp corregge una vulnerabilità critica nella propria app, ecco apparirne una nuova . Tutti i loro problemi di sicurezza, guarda caso, sembrano pensati per la sorveglianza, e sembrano presentarsi e funzionare molto come backdoor.
A differenza di Telegram, WhatsApp non è open source, quindi non c’è modo per un ricercatore di sicurezza di controllare facilmente se esistono backdoor nel suo codice. Non solo WhatsApp non pubblica il suo codice, ma fa esattamente l’opposto: WhatsApp oscura deliberatamente il codice binario delle proprie app per assicurarsi che nessuno sia in grado di studiarli a fondo.
WhatsApp e la sua società madre Facebook potrebbero persino essere obbligati a implementare backdoor – tramite processi segreti come le ordinanze restrittive dell’FBI [3]. Non è facile eseguire un’applicazione di comunicazione protetta dagli Stati Uniti. In una settimana che il nostro team ha trascorso negli Stati Uniti nel 2016 ha portato a tre tentativi di infiltrazione da parte dell’FBI [4] [5]. Immagina cosa possa ricevere in 10 anni in quell’ambiente un’azienda americana.
Capisco che i servizi di sicurezza giustifichino l’inserimento di backdoor nell’ambito di iniziative per sforzi anti-terrorismo. Il problema è che queste backdoor possono essere usate anche da criminali e governi autoritari. Non c’è da meravigliarsi se i dittatori sembrano amare WhatsApp. La sua mancanza di sicurezza consente loro di spiare il loro popolo, quindi WhatsApp continua a essere liberamente disponibile in luoghi come Russia o Iran, dove Telegram è invece bandito dalle autorità [6].
In effetti, ho iniziato a lavorare su Telegram come risposta diretta alla pressione personale delle autorità russe. All’epoca, nel 2012, WhatsApp trasferiva ancora in chiaro i messaggi in transito. Una cosa da pazzi. Non solo i governi o gli hacker, ma anche i gestori di telefonia mobile e gli amministratori di reti wi-fi potevano avere accesso a tutti i testi di WhatsApp [7] [8].
Successivamente WhatsApp ha aggiunto un po’ di crittografia, elemento che si è rivelato rapidamente uno stratagemma di marketing: la chiave per decodificare i messaggi era disponibile per diversi governi, inclusi i russi [9]. Poi, mentre Telegram iniziava a guadagnare popolarità, i fondatori di WhatsApp vendettero la loro azienda a Facebook e dichiararono che “la privacy era nel loro DNA” [10]. Se fosse stato vero, doveva essere un gene dormiente o recessivo.
Tre anni fa WhatsApp ha annunciato di aver implementato la crittografia end-to-end in modo che “nessuna terza parte possa accedere ai messaggi”. Ha coinciso con una spinta aggressiva che inviatava tutti gli utenti per eseguire il backup delle chat nel cloud. Quando ha spinto verso questa scelta, WhatsApp non ha comunicato agli utenti che, una volta eseguito il backup, i messaggi non erano più protetti dalla crittografia end-to-end ma erano accessibili agli hacker e alle forze dell’ordine. Per un marketing brillante, alcune persone ingenue ora stanno scontando pene in prigione [11].
Quelli abbastanza intelligenti da non farsi abbindolare dai pop-up continui che dicono loro di eseguire il backup delle loro chat possono ancora essere tracciati da una serie di trucchi: dall’accesso ai backup dei loro contatti alle modifiche invisibili della chiave di crittografia [12]. I metadati generati dai log di utenti di WhatsApp che descrivono con chi e quando chattano – sono trapelati a tutti i tipi di agenzie in grandi quantità dalla società madre di WhatsApp [13]. Oltre a ciò, c’è un mix di vulnerabilità critiche che si susseguono l’una dopo l’altra.
WhatsApp ha una storia coerente – dalla crittografia nulla all’inizio fino a una serie di problemi di sicurezza stranamente adatti a scopi di sorveglianza.Guardando indietro, non c’è stato un solo giorno nel percorso di 10 anni di WhatsApp in cui questo servizio sia stato sicuro. Ecco perché non penso che solo l’aggiornamento dell’app mobile di WhatsApp possa renderla sicuro per chiunque. Perché WhatsApp diventi un servizio orientato alla privacy, deve rischiare di perdere interi mercati e scontrarsi con le autorità del proprio paese d’origine. Non sembrano essere pronti per tutto ciò [14].
L’anno scorso i fondatori di WhatsApp hanno lasciato l’azienda per le preoccupazioni sulla privacy degli utenti [15]. Sono sicuramente obbligati da accordi di non divulgazione o NDA, quindi non sono in grado di discutere apertamente le backdoor senza rischiare di perdere patrimoni e la loro libertà. Hanno ad ogni modo ammesso di aver “venduto la privacy dei loro utenti” [16].
Capisco la riluttanza dei fondatori di WhatsApp a fornire maggiori dettagli: non è facile mettere a repentaglio il proprio comfort. Diversi anni fa ho dovuto lasciare il mio paese dopo aver rifiutato di ottemperarae a sanzioni del governo per le violazioni della privacy degli utenti VKontakte [17]. Non è stato piacevole. Ma farei qualcosa di simile di nuovo? Volentieri. Prima o poi ognuno tutti moriremo, ma noi, come specie, resteremo per un po’. Ecco perché penso che accumulare denaro, fama o potere sia irrilevante. Servire l’umanità è l’unica cosa che conta davvero nel lungo periodo.
Eppure, nonostante le nostre intenzioni, sento che deluderemo l’umanità con tutta questa storia di spyware su WhatsApp. Un sacco di persone non possono smettere di usare WhatsApp, perché i loro amici e la famiglia è ancora lì. Significa che noi di Telegram abbiamo fatto un brutto lavoro nel persuadere le persone a cambiare.
Negli ultimi cinque anni abbiamo attirato centinaia di milioni di utenti ma questo non è abbastanza. La maggior parte degli utenti di Internet sono ancora tenuti in ostaggio dall’impero Facebook / WhatsApp / Instagram.
Molti di coloro che usano Telegram sono anche su WhatsApp, ovvero i loro telefoni sono ancora vulnerabili. Lo sono anche quelli che hanno abbandonato WhatsApp completamente, utilizzando Facebook o Instagram, entrambi le app pensano che sia OK memorizzare le password in testo non crittografato [18] [19] : non riesco ancora a credere che un’azienda tecnologica possa fare qualcosa del genere e ottenere accesso con uno stratagemma simile.
In quasi 6 anni di esistenza, Telegram non ha avuto alcuna perdita di dati o sicurezza: un problema che in WhatsApp si verifica puntualmente a distanza di qualche mese. Negli stessi 6 anni, Telegram ha fornito esattamente zero byte di dati a terze parti, mentre Facebook/WhatsApp hanno condiviso praticamente tutto con tutti coloro che sostenevano di aver lavorato per il governo [13].
Poche persone al di fuori della community dei fan di Telegram comprendono che la maggior parte delle nuove funzionalità dei messaggi appaiono per la prima volta su Telegram e successivamente copiati su WhatsApp. Di recente stiamo assistendo al tentativo di Facebook di prendere in prestito l’intera filosofia di Telegram, con Zuckerberg che improvvisamente dichiara l’importanza della privacy e della velocità, citando praticamente la descrizione dell’app di Telegram parola per parola nel suo discorso a F8 (la conferenza degli sviluppatori di Facebook n.d.r.).
Ma lamentarsi dell’ipocrisia di FB e della mancanza di creatività non aiuta. Dobbiamo ammetterlo: Facebook sta portando avanti una strategia efficiente. Guardate cosa hanno fatto a Snapchat [20].
Noi di Telegram dobbiamo riconoscere la nostra responsabilità nel determinare il futuro. Ci siamo noi contro il monopolio di Facebook. È una scelta tra libertà e privacy o tra avidità e ipocrisia. La nostra squadra è stata in competizione con Facebook negli ultimi 13 anni. Li abbiamo già battuti una volta, nel mercato dei social network dell’Europa orientale [21]. Li batteremo ancora dentro il mercato globale della messaggistica. Dobbiamo farlo.
Non sarà facile. Il reparto marketing di Facebook è enorme. Noi di Telegram, tuttavia, facciamo zero marketing. Non vogliamo pagare giornalisti e ricercatori per raccontare al mondo cosa fa Telegram.
Per questo, ci affidiamo a te, ai milioni di nostri utenti. Se Telegram ti piace abbastanza, dillo ai tuoi amici. E se ogni utente di Telegram convince tre dei suoi amici a cancellare WhatsApp e spostarsi permanentemente su Telegram, Telegram sarà già più popolare di WhatsApp. L’epoca dell’avidità e dell’ipocrisia finirà. Inizierà un’era di libertà e privacy. È molto più vicino di quanto sembri.
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Caso Cucchi, risolto il giallo della doppia annotazione. Un carabiniere depone: «Me la dettò il maresciallo Mandolini»
«Ho cambiato l’annotazione di servizio sulle condizioni di salute di Stefano Cucchi la sera del suo arresto riscrivendola sotto dettatura del maresciallo Roberto Mandolini il quale mi disse che la prima versione non andava bene». Il racconto dell’ennesima udienza, la prossima sarà già il 14 febbraio, inizia con un’altra ammissione. A parlare il carabiniere Davide Antonio Speranza, che il pm Giovanni Musarò aveva già interrogato lo scorso dicembre nell’ambito dell’inchiesta bis sui falsi e sui depistaggi, sentito oggi al processo in Corte d’assise che vede imputati cinque militari dell’Arma per l’omicidio di Stefano Cucchi e le manovre di occultamento messe in atto nell’immediatezza.
Mandolini, il maresciallo dei tre carabinieri imputati per omicidio preterintenzionale (ossia Francesco Tedesco, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, ndr), è imputato per falso e calunnia (insieme a Vincenzo Nicolardi, ndr): fu lui, come riferito da Speranza a far cambiare la versione su quanto avvenne il 15 ottobre dopo l’arresto di Cucchi che dopo essere stato fermato per droga, fu picchiato nella caserma del Casilino e poi trasferito in quella di Tor Sapienza. La seconda annotazione risultata datata il 16 ottobre ma, come ha riconosciuto oggi il militare dell’Arma, fu redatta dopo la morte di Cucchi, avvenuta il 22 ottobre al Sandro Pertini, e venne dettata da Mandolini alla presenza del carabiniere Vincenzo Nicolardi, anche lui sotto processo per calunnia.
Tutte queste cose però Speranza le dice solo ora, mentre non disse nulla sulla modifica delle due annotazioni quando fu sentito dal primo pm Vincenzo Barba, quello che puntò tutto sul mix tra malasanità e botte della penitenziaria, all’indomani della morte del geometra trentunenne e neppure quando sotto processo in assise tra gli imputati, oltre a medici e infermieri dell’ospedale, figuravano tre agenti di polizia penitenziaria, poi assolti.
Nelle prime intercettazioni effettuate dagli stessi carabinieri “stranamente” è stata omessa la famigerata telefonata nella quale il militare Nicolardi diceva «magari morisse, li mortacci sua…». Non si sa chi è il portatore di “spirito di corpo” che abbia effettuato e trasmesso le intercettazioni al pm Barba. Altra anomalia: un’interpretazione trascritta ma senza registrazione su supporti magnetici. Già dall’inizio delle investigazioni c’era il sospetto che alcune registrazioni fossero state omesse o meglio che alcune non fossero state inserite. Le intercettazioni di fine 2018 evidenziano i contatti tra alcuni testi e colleghi dell’Arma che cercano di indurli a edulcorare le dichiarazioni.
Speranza, dunque, oggi non ricorda granché delle condizioni di Cucchi ma conferma che il maresciallo Mandolini gli chiese espressamente di cestinare la relazione di servizio che aveva redatto insieme a Nicolardi, e lo stesso Mandolini gli avrebbe dettato la nuova relazione dove si dichiara che Cucchi dava in escandescenze. A margine della nuova stesura una nota a mano: «Bravi!». La prima relazione Speranza non la cestina e la tiene per sicurezza. «A me è stato chiesto di farla, un maresciallo me lo ha chiesto e io ho obbedito». In quei giorni fu convocato anche dal comandante di compagnia Unali per relazionarlo sul caso ma oggi è vago non ricorda nemmeno quell’incontro e chi altro fosse con lui. Quando Fabio Anselmo, e gli altri legali di parte civile, gli chiederanno perché nella prima inchiesta non ha deposto sulla prima nota da “cestinare”, con fatica dirà di averci pensato solo dopo l’inizio della seconda inchiesta. «Ero in servizio da due mesi, ero giovane e inesperto e mi fidai di Mandolini e Nicolardi che erano più anziani e più esperti di me» afferma ora il militare dell’Arma che all’epoca, dice, non sapeva nemmeno cosa volesse dire “dare in escandescenze”.
E si torna a parlare del corpo di Stefano davanti ai genitori e alla sorella Ilaria, visibilmente commossi. Sul corpo di Stefano «sicuramente c’erano due fratture vertebrali» a livello lombo-sacrale, entrambe «recenti» e «contemporanee», ha spiegato alla corte Carlo Masciocchi, professore ordinario di Radiologia dell’Università di L’Aquila ed ex presidente della Società italiana di Radiologia medica, sentito oggi nel processo. Masciocchi nel 2015 fu autore di una consulenza tecnica per conto dell’avvocato Fabio Anselmo, legale di parte civile, poi confluita agli atti dell’odierno processo, dove appunto rilevava la presenza delle fratture. Tant’è che oggi è stato sentito in aula, dopo essere stato chiamato a chiarimenti dal pm Giovanni Musarò. «Nel giugno 2015 – ha detto Masciocchi – l’avvocato Anselmo mi chiese la disponibilità a visionare del materiale radiografico su Cd». Quale il contenuto? «Una lastra di colonna vertebrale dell’Ospedale Fatebenefratelli in formato jpeg; immagini Tac total body multistrato eseguita circa 40 giorni dopo la riesumazione; immagini con tecnica Cone Beam, una sorta di panoramica sofisticata. Sicuramente c’erano due fratture vertebrali, una del corpo S4 (quarta vertebra sacrale) e l’altra nel corpo L3 (terza vertebra lombare). La frattura S4 certamente si trattava di una frattura recente, e, quando dico recente, intendo una frattura prodotta in un arco temporale stimabile in massimo 7-15 giorni; la frattura L3 si tratta anch’essa di una frattura recente. Morfologicamente può affermarsi che sono contemporanee, prodotte da un unico evento traumatico». Un calcio, la caduta e un altro calcio, come ipotizza Anselmo? «Possibilissimo». Subito dopo, il professore Masciocchi ha puntualizzato di avere «la forte sensazione che sia stato esaminato al tempo solo un tratto di colonna vertebrale e sezionato solo un tratto di L3».
Intanto, la pista di Musarò, punta in alto. Anche un generale è indagato per i depistaggi sulla morte di Stefano Cucchi. Il generale dell’Arma, Alessandro Casarsa potrebbe non essere l’unico alto papavero ed essere nel mirino degli inquirenti. Il nome di Casarsa compare nella lista testi depositata da un legale di parte offesa e sarebbe iscritto nel registro degli indagati per il reato di falso in atto pubblico. Casarsa, all’epoca dei fatti era comandante del Gruppo Roma, ed è stato tirato in ballo, anche nelle udienze degli ultimi mesi, nella vicenda delle manipolazioni di due relazioni di servizio sullo stato di salute del geometra arrestato il 15 ottobre del 2009 e deceduto sette giorni dopo mentre si trovava detenuto presso il reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini. Nei giorni scorsi Casarsa, che fino ad un mese fa era a capo dei corazzieri in servizio presso il Quirinale, è stato ascoltato dai magistrati di piazzale Clodio e durante l’atto istruttorio ha respinto le accuse.
Nel filone sul depistaggio sono attualmente indagate una decina di persone tra ufficiali e sottoufficiali dei carabinieri. E nell’aula del tribunale di Roma, nei prossimi mesi, comparirà anche il generale Vittorio Tomasone, che figura nella lista testi dell’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi. All’epoca dei fatti, Tomasone era il comandante provinciale e secondo alcuni testimoni ordinò le verifiche interne su quanto accaduto in caserma nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2009, quando venne arrestato il geometra romano.
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